Intimi ed essenziali, privi di una qualsivoglia sovrastruttura che ne intaccherebbe la purezza emozionale. Hanno il respiro e la carica emotiva di brevi estratti da un diario personale le sei tracce di “Love, if you love me, lie beside me now”, mini album del progetto solista Glacis di Euan McMeeken, che riaffiora dopo una lunga sosta che ha visto l’artista scozzese attivo su altri fronti musicali.
Al centro del disco, pubblicato da Tavern Eightieth, c’è la voglia di McMeeken di abbandonarsi in modo libero ed estemporaneo alla musica e al dato emotivo da cui scaturisce. Per assecondare questo suo intento si avvale del solo ausilio del pianoforte, minimale ma tutt’altro che scarno, rifinito ed espanso da misurati ed evanescenti innesti sonori capaci di esaltarne le atmosfere.
Risulta quasi impercettibile il contributo di Rene Gonzalez Schelbeck (aka Western skies motel) alla melodia dolente e romantica dell’iniziale “No one can reach us now, or ever “e all’andamento ipnotico di “Seen through a doorway”, mentre ha maggiore evidenza nella rarefatta e crepitante “Under the arc of the sky”, così come quello dato da Alan McCormack all’altrettanto spettrale “For your fear I would give you silver”, contraddistinta da un ritmo più incalzante del piano. Differente è invece l’apporto dato da William Ryan Fritch, che attraverso le sue trame di violoncello amplifica il lirismo della conclusiva “There is nothing, yet i am here” in un dialogo coinvolgente, lirismo che trova il suo apice nella leggera danza di “Love, if you love me”, unica traccia in cui è assente qualsiasi ulteriore contributo.
È uno scrigno prezioso “Love, if you love me, lie beside me now”, dalla durata breve ma di rara intensità, che ancora una volta ci dà conferma delle straordinarie doti musicali del suo autore.