gamardah fungus “herbs and potions”

Herbs + Potions

Aleggia un senso di alchemica sospensione lungo il dipanarsi di “Herbs and Potions”, nuovo lavoro degli ucraini Gamardah Fungus, che consolida la loro collaborazione con l’etichetta australiana Flaming Pines cominciata con un loro contributo per la seconda serie di Tiny Portraits.

È un viaggio nella memoria, lungo binari che ripercorrono l’atavica conoscenza delle proprietà delle erbe, tipica della loro terra, alcune delle quali danno il titolo ai cinque brani che compongono il disco. Ogni traccia è costruita attraverso le fragili trame della chitarra di Sergey Yagoda che si adagiano, incastrandosi, alle modulazioni sintetiche disegnate da Igor Yalivec e trovano una preziosa rifinitura nei misurati innesti di catture ambientali che rimandano alle foreste dell’ovest dell’Ucraina dove l’album è stato registrato in presa diretta. Sia che le note avanzino lievi su un fondale ruvido (“Artemisia”), sia che vadano ad insinuarsi scarne negli spiragli di tessiture elettroniche fuse al brusio di voci in sottofondo (“Bryophyta”), ciò che emerge costante è un senso di mistero, di meditabonda contemplazione. A tratti aumenta la gravità della linea melodica, accentuata da innesti più oscuri, a cui si contrappongono field recordings naturalistici più eterei e maggiormente presenti (“Beladonna”, “Mandragora”) o suoni organici più granulosi (“Hypericum”).

Nel suo complesso si tratta di un album affascinante, con sonorità in bilico tra ambient e folk, striate da venature di lento e fumoso jazz, che rimandano ad un immaginario in sospeso tra passato e presente.

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