Un universo vorticoso in cui non esistono certezze o punti di riferimenti, un caleidoscopio magico dal quale lasciarsi incantare e trasportare attraverso territori mutevoli costantemente rapiti da un senso di meraviglia. Artefice di questo viaggio sonoro è Giulio Aldinucci, che dopo lo split condiviso con Moon Ra e la collaborazione con Francesco Giannico torna in solitaria con un lavoro sulla lunga distanza pubblicato da Home Normal.
Suoni che giungono dalle fonti più disparate si stratificano concretizzando paesaggi emozionali vibranti, conducendo dalle distese sintetiche cariche di rimpianto da cui emergono eteree linee vocali di “The rule of forgetting” fino alle placide modulazioni screziate di grana sottile della conclusiva “Candles (Tuscany, Spring)”. In mezzo si attraversa la dilata e totalizzante quiete di “Immobile, blu”, le concrete tessiture cariche di frequenze e pulsazioni di “Los ojos de”, il senso di libertà delle trame al tempo stesso solenni e vaporose di “Rondine” (in cui di nuovo compare l’elemento vocale) e il persistente senso di attesa in cui risuonano scarne note di piano, frammenti rumorosi e inserti ambientali di “Apart”.
Ognuno dei sei capitoli si contraddistingue per il costante e armonioso bilanciamento tra flussi granulosi e inattese aperture melodiche che fanno di “Goccia” uno scrigno prezioso da custodire gelosamente.