Evocativo e permeato da una persistente aura di sacralità, il nuovo lavoro firmato Day Before Us e pubblicato dalla Rage In Eden, prosegue lungo il tracciato indicato dall’e.p. “Enlightening secrecy” risalente alla scorsa primavera. Philippe Blache rinnova ancora una volta e rinforza il suo sodalizio con Natalya Romashina, la cui voce è sempre più elemento fondamentale attorno a cui si costruisce la narrazione sonora.
I versi scritti dall’artista russa si compenetrano alle trame di Blache, che pur conservando sprazzi di oscure modulazioni droniche screziate da grana fine ( “Saint of Grief”, “Vigils of Time”e soprattutto nell’atmosferica ed oscura “In Igne purgatorio”), virano sempre più verso malinconiche e solenni aperture orchestrali. La voce della Romashina attraversa le tessiture fluendo in un dolce e vellutato canto (“Zatvornik”, “L’Aile Du Soir”) o alternandolo a declamazioni dall’accentuato lirismo che conferiscono maggiore drammaticità ai brani (“Per Aspera Ad Astra”).
Malgrado la sfaccettatura delle variegate soluzioni presenti il disco scorre in modo coeso e unitario fino all’etereo finale di “Nihil Interit” che con le sue morbide stratificazioni chiude il viaggio all’insegna di una inaspettata dimensione di narrativa quiete.