Sospeso e ovattato, attraversato da increspature lievi e a tratti quasi impercettibili come un paesaggio intrappolato nel ghiaccio che conserva la sua vitalità sotto l’impenetrabile e spesso strato esterno. La lunga traccia del nuovo lavoro di Dino Spiluttini, divisa in due parti e pubblicata su nastro da Tavern Eightieth, è una lunga meditazione dronica dedicata a chi il Natale lo vive in solitudine.
Frequenze persistenti all’insegna di una densità calda e vaporosa si snodano lungo gli oltre cinquanta minuti del disco producendo un senso di ipnotico straniamento capace di interrompere qualsiasi flusso temporale e definendo un momentaneo accesso verso una dimensione solitaria dalla quale osservare uno dei periodi più frenetici dell’anno. È una coperta calda e avvolgente quella che l’artista austriaco offre, un conforto parziale alla malinconia derivante da una solitudine che diviene ancor meno sopportabile in questo periodo dell’anno.