Spirali emozionali impetuose che emergono dirompenti da uno stagnante mare di inquietudine. Segnato dai tragici eventi della storia recente, l’incontro tra Giulio Aldinucci e Francis M. Gri è pervaso da un senso di costante e profondo turbamento che pervade nella quasi sua interezza i quasi cinquanta minuti di “Segmenti”.
Liquidi fondali all’insegna di una glaciale solitudine e luminosi intrecci melodici si incrociano ricorrentemente concretizzandosi in trame elettroacustiche che malgrado una ruvida e costante cupezza di fondo riescono a trovare inattese ed ariose aperture che ne stemperano il tono imperante.
Un soffio oscuro e minaccioso lentamente si dilata in riverberanti modulazioni, sulle quali si adagia una flebile e dolente linea vocale (“Faglie”) che conduce gradualmente verso dissonanti e metalliche frequenze improvvisamente interrotte da una sinuosa deriva meditativa attraverso ricordi di un passato perduto (“Remnants”). Da qui si giunge ad un materico e veemente crescendo striato da sognanti stille chitarristiche (“Magma”) la cui ruvidezza si riversa in enfatiche persistenze dalle quali provano invano a liberarsi armoniose e naturalistiche riprese ambientali (“Anchor”) prima di stemperarsi nel plumbeo flusso dall’incedere ipnotico ed inesorabile che conduce alla conclusiva quiete (“Divisi”).
È nella complessa e continua alternanza tra toni contrastanti che si sprigiona la forza di questa interessante sintesi tra gli universi affascinanti di due talentuosi plasmatori di paesaggi sonori.