Un cerchio che si chiude generando l’inizio di una possibile spirale. Dopo quattordici anni contrassegnati da un’attività eterogenea e variegata all’insegna di ritmi incalzanti e linee sonore accessibili, Audrius Vaitiekūnas aka IJO ripercorre le tracce dei suoi esordi pubblicando un lavoro che torna ad esplorare la sua parte più oscura e immateriale.
Un sapore agrodolce è il filo conduttore che lega questo multiforme e dilatato percorso che si dipana tra dense persistenze droniche refrattarie alla luce, spesso percorse da un soffio algido. L’atmosfera imperante trova declinazioni mutevoli accogliendo occasionalmente quiete catture ambientali (“Scaping”, “U.Me”) o calde armonie oniriche che si aprono come possibili vie di temporanea fuga (“Luvemak”, “The All”). A tratti l’incedere si fa ipnotico e cullante (“Blue Aviens”) o giunge a costruire scabrose cortine impenetrabili (“Shadowlak”).
È un ritorno all’insegna di una raggiunta consapevolezza, che non vuol essere un punto di arrivo ma un nuovo trampolino di lancio.