Una sequenza fluida di evocative istantanee che scorrendo compongono un onirico tragitto tra scorci meditativi e narrazioni malinconicamente romantiche. Continua a sviluppare con coerenza il proprio percorso artistico Gowaart Van Den Bossche e lo fa pubblicando un nuovo lavoro all’insegna della continuità e di un costante lavoro di affinamento del proprio lessico sonoro.
È sempre la chitarra e a volte l’ukulele ad essere elemento generativo delle composizioni del musicista belga, erranti traiettorie acustiche raccolte nell’anno appena trascorso e in parte improvvisate al momento delle registrazioni effettuate in un ampio edificio abbandonato ricco di riverberi ad esclusione di due tracce “casalinghe”. Come già avveniva nei dischi precedenti, nella musica di Yadayn si fondono e susseguono anime diverse, si incontrano mondi distanti condensati in sequenze che alternano tessiture occidentali a ricchi intrecci dal sapore esotico (“Hoor”, “Voel”) e contemplativi sguardi persi verso l’orizzonte sfumano in crepitanti chiusure cariche di bordoni distorti (“Zee”).
Dalle trame di “Adem” emerge ancora una volta nitida la profonda sensibilità di Van Den Bossche dalla quale nascono paesaggi interiori privi di limiti tangibili e intrisi di una dilagante forza espressiva.