Materia in costante divenire, un corpo che vibra incessantemente plasmando un universo eterno sempre simile e mai identico. Non semplice luogo geografico e mero elemento del paesaggio, il Re dei fiumi alpini è innanzitutto un susseguirsi di potenti scenari nei quali proiettare un indefinito e irregolare flusso di sensazioni.
È questa sua immaginifica essenza ad emergere incombente da “Tiliaventum”, complessa opera a più voci costruita attraverso una sapiente stratificazione espressiva che vede intrecciarsi e fondersi le parole e le immagini di Sandra Tonizzo e i suoni del consolidato duo costituito da Cristiano Deison (autore anche di alcune delle fotografie) e Andrea Gastaldello, che tornano a collaborare a breve distanza dalla pubblicazione del capitolo conclusivo del loro trittico postmoderno.
Una sequenza dolorosamente tangibile di trame sintetiche e schegge melodiche, combinata ad estratti ambientali e frammenti risonanti derivanti da fugaci ma significativi contributi, costruisce una intricata cartografia emozionale in cui il dato oggettivo diventa marginale, una mappa sonora che trova puntuale corrispettivo nella componente lirico/visiva che ne espande la portata senza mai diventare ridondantemente sovrapponibile. Il tracciato plasmato racconta di una pulsante irruenza che si può avvertire nitida in superficie (“Arteria”) o captare crepitante ed oscura invisibile allo sguardo (“Sotteraneo”), una forza capace di tramutarsi in minaccia deflagrante (“La piena”) nella cui eco riemergere il ricordo di ferite profonde (“21.00.12”) fino a sciogliersi in placide espansioni di inquieta contemplazione (“Nel tuo letto”). Una tensione vitale che si ritrova tradotta ocularmente in visioni che colgono ostinate lame di luce che si stagliano su acque apparentemente immobili , distese in cui giacciono come corpi inerti quegli stessi legni spogli che attraverso la densa foschia tentano di raggiungere un altro cielo.
Nel suo magmatico incedere inesorabile, si sprigiona nitido da “Tiliaventum” il legame indissolubile tra queste terre permeate da una moltitudine di spiriti e chi le vive cogliendone ogni più remoto recesso, ogni minimo dettaglio che continuamente aggiunge un nuovo tassello ad una storia di cui si ignora il principio e la fine.