Un errare contemplativo attraverso territori densi di incantevole fascino. Riparte dal punto in cui era giunto Jason Van Wyk e lo fa consolidando con un nuovo disco il tracciato delineato con grande maestria in “Attachement”, lavoro che lo scorso anno conformava il punto 75 sulla preziosa mappa eilean e adesso ripubblicato dalla stessa Home Normal.
Si pone quindi in dichiarata continuità “Opacity“, proponendo una sequenza avvolgente di delicati paesaggi cinematici elaborati attraverso un’armoniosa combinazione di evanescenti fluttuazioni sintetiche e sognanti trame pianistiche, fusi in una sintesi immaginifica ampliata dall’apporto preziose di fragili tessiture di archi e occasionalmente da strutturanti pulsazioni liquide (“Recollect”, “Weightless”, “Eyes shut”).
I bozzetti risultanti si espandono lievi ed ariosi, a tratti circoscritti a brevi intensi frammenti (“Until then”, “For now”, “Clearing”) eppure sempre proiettati verso un’assenza di confini in cui lasciare fluire libero il pensiero alla ricerca di un senso di quiete totalizzante.
Una visione potente.