Alla costante ricerca di una forma aderente al proprio sentire affinando una dimensione espressiva sempre più ampia e sfaccettata. Procede l’esplorazione sonora di Lorenzo Masotto, che per la realizzazione del suo quarto album sceglie la via dell’autoproduzione, proponendosi così di poter sviluppare in modo ancor più autonomo e personale il proprio lessico artistico.
Coerentemente al proposito che lo ispira, “White materials” partendo da ciò che fin qui il musicista veneto ha prodotto concretizza una sfaccettata sintesi arricchita da nuovi processi compositivi e nuove combinazioni delle varie componenti già sperimentate nei lavori precedenti. Ad accompagnarlo lungo questo tratto del suo percorso artistico troviamo la moglie Stefania Avolio e la sorella Laura, presenze che completano il quadro “casalingo” dell’opera. La voce della prima, modulata come inedito strumento, rappresenta un dei tratti caratterizzanti del disco, sia quando si presenta come discreta traccia che emergendo in filigrana dialoga con il pianoforte (“Window”, “Cera”), sia quando plasma dominanti pulsazioni a strutturare il flusso (“Frattali”). Dal canto suo il suono del violino della seconda interviene ad intensificare impennate di drammatica enfasi (“Doors”) o ad aggiungere una nota struggente alle delicate trame disegnate (“Trees”). Un ruolo sempre più importante lo rivestono le contaminazioni elettroniche intrecciate con grande equilibrio alle tessiture armoniche, ma che a tratti si palesano come presenza preminente che spinge maggiormente l’impronta cinematica verso atmosferiche ambientazioni contemporanee (“Chopin plays on the radio”, “Return”).
Un tracciato in continua mutazione che attraversando paesaggi sonori sempre più estesi continua piacevolmente a spiazzare.