Flessuosi riverberi che muovendosi leggeri ammantano con disarmante immediatezza. A dispetto della sua ridotta durata lascia una lunga eco il nuovo lavoro del producer newyorkese Ben Tweel riuscendo in meno di dodici minuti a condensare una breve ma estremamente sfaccettata immersione in un microcosmo fatto di articolate strutture ritmiche e fragili modulazioni melodiche.
Si comincia dalle ribollenti frequenze dell’irregolare danza di particelle sintetiche di “Hebei Victory” per ritrovarsi nel ricco vortice sonoro della luminosa e brillante “Honey Locust” dalla cui ruvida scia si passa alle frammentate pulsazioni di “Glass” che sembrano voler scandire un tempo in costante trasformazione che si protrae ulteriormente nell’obliquo tracciato della conclusiva crepitante “Cedilla”.
Fugacemente suggestivo.