Una crepitante danza di minuti frammenti che riverberando conferiscono profondità a contemplative visioni immerse in uno stato di apparente ibernazione. Dopo la poetica peregrinazione cesellata con Danny Norbury , Ian Hawgood continua il suo percorso artistico pubblicando un nuovo lavoro a quattro mani che lo vede affiancato a Giulio Aldinucci, talentuoso e affermato autore altrettanto avvezzo a composizioni condivise.
Frutto di uno lungo scambio a distanza, “Consequence shadows” costruisce un’atmosferica sequenza di luminosi paesaggi permeati da sinuose ed algide persistenze interpolate da granulose stille organiche. Sono scorci che lentamente si dilatano a formare vaporose distese dalle quali prepotenti emergono vividi dettagli sotto forma di acute frequenze tendenti a dissolversi in un crescente rumore bianco (“Embarking shadows”), stille armoniche intrecciate a vibranti micro pulsazioni (“Only microns”) e risonanze melodiche che si reiterano generando un’ipnotica e cullante ridondanza (“The wasted consequence”). Un insieme di elementi che generano un quadro coeso nelle atmosfere e cangiante nelle sfumature, che ritornano condensate in un unico ultimo indugiante sguardo negli oltre diciassette minuti di “Other ashes”, le cui immaginifiche trame trovano un’ulteriore evanescente ampliamento nella rimodulazione operata da Stijn Hüwels.
Una vibrante deriva sensoriale.