Echi di reminiscenze che riaffiorano combinandosi in granulosi flussi aleatori. Costruisce un nuovo universo criptico la cui decifrazione è affidata a chi lo approccia Gianluca Favaron e lo fa utilizzando il suo abituale vasto campionario di alchemiche risonanze di natura prevalentemente analogica.
Materiche particelle crepitanti si muovono a velocità variabile attraverso fluttuanti frequenze oblique costruendo alienanti elucubrazioni che appaiono come il riflesso di una realtà in irreversibile disgregazione. Sono visioni distopiche che si espandono sommesse senza assumere mai una forma definitiva come magma che scorre lento ed implacabile a partire da sussurrate tracce vocali (“Fragment #1”) fino a giungere ad un primo temporaneo approdo (“Intermezzo”). Da qui si riparte verso il nucleo ribollente fatto di crescendo convulsi e rumoristici apici che deflagrando lasciano emergere un conclusivo stato di quiete in cui ogni abrasivo frammento si scioglie per rimanere traccia evanescente di un’inquietudine ormai trascesa.
Intimistica deriva postmoderna.