Un turbine di emozioni pesanti come piombo tradotti in catartiche sculture sonore. È il dolore profondo per una prematura assenza che spinge James A. McDermid a strutturare in opera concreta il suo approccio alla musica trasformandolo in gesto necessario per riuscire a superare la perdita della sorella. Un’urgenza espressiva che origina un trittico di lavori di cui “Tonal Glints” rappresenta il secondo capitolo.
Algide saturazioni, cupe frequenze e frammentarie armonie acustiche occasionalmente permeate da flebili tracce vocali si combinano a definire un placido flusso denso di inquietudine che esternando la complessità e l’irregolarità delle sensazioni dell’artista inglese plasma un tracciato cangiante che fluttua tra il sinistro riecheggiare di stille cristalline di “The vagabond” e l’umbratile vena ambientale della conclusiva “Faraway too close”. Seguendone l’evoluzione si attraversano grevi persistenze dal tono vagamente solenne (“All the shutters are closed”, “Within reach“), parziali aperture generate da essenziali strutture melodiche (“I’ll take one who loves me”, “Eastern bloc”) e brevi sprazzi di oscurità impenetrabile (“Bunny”, “Last year”).
Un percorso intimo ed intenso nel quale immergersi con estrema delicatezza.