Una vita all’apice che improvvisamente muta direzione, uno sguardo proiettato verso un futuro lontano costretto a confrontarsi con una contingenza difficile. Quella di Adam è una storia difficile, il racconto di un percorso vitale bruscamente scosso. Ma non è l’immagine di una resa. È con la caparbietà della giovinezza che il surfista sudafricano continua a scivolare sulle onde dell’oceano affrontando l’inatteso.
A raccontarne la storia è William Armstrong con un breve cortometraggio il cui potente portato narrativo trova perfetta eco nelle tessiture composte da Aaron Martin a commento delle immagini in movimento. Un confronto non nuovo per l’artista americano, che nell’arco dei neanche cinque minuti del video riesce a regalarci attraverso le sue trame acustiche una marea emozionale travolgente. Un flusso diviso in quattro fugaci movimenti a cui si aggiungono due ulteriori frammenti che non trovano spazio nel film.
Un condensato di sensazioni disarmanti.
“Everybody Reads a Wave Their Own Way”