Sussulti che emergono dalla profondità di una quieta notte a delineare vividi frammenti emozionali. A cinque anni di distanza dal disco di debutto, Rune Trelvik torna col suo progetto A Veil Of Water tessendo un’intimistica trama di essenziali narrazioni dalle coordinate stilistiche in bilico tra nuova classica e post rock.
È in modo quasi esclusivo il pianoforte ad essere epicentro delle placide trame costruite dal musicista norvegese, affiancato da sinuosi riverberi armonici che affiorano in filigrana generando misurate stratificazioni melodiche pervase da sottile malinconia. Solo a tratti è la chitarra a definire lo sviluppo di fughe dalla progressione ritmica più evidente e dallo spettro sonoro più ampio, inclini ad una forma canzone più compiuta soprattutto quando registra la presenza di flebili tracce vocali (“Covet”, “Moon Song”). Ma è nelle atmosfere più rarefatte e dirette che “Late Night Loneliness” trova i suoi momenti migliori, lasciando fluire in piena libertà le sfumature della dimensione elegiaca che domina il lavoro (“Everything Ends”, “I Walk With Ghosts”, “In Safe arms”).
Una delicata solitudine rischiarata dalla confortante luce delle stelle.