Immersi nel reale, pronti ad estrapolarne tasselli da rimodulare per comporre un immaginifico percorso fatto di rimandi e assonanze. È tra i suoni di Aaron Martin e le immagini di Yusuf Sevinçli che si instaura il nuovo dialogo sinestetico curato da IIKKI, confronto che conduce verso un universo surreale nutrito dalla fervida immaginazione di due artisti proiettati ad esplorare territori inafferrabili pervasi da trame inattese.
Seguendo il flusso del bianco e nero pervaso di istinto e simbolismo del fotografo turco, Aaron Martin costruisce una galleria sonora in cui le consuete tessiture variamente ottenute dal suo violoncello si combinano generando elegiache traiettorie armoniche. Ci si ritrova così ad assistere al propagarsi di lievi danze di stille armoniche che si muovono su un fondale languido come stelle che brillano nel buio della notte (“A child’s arms are moonlight”), all’incedere di cullanti trame di corde pizzicate (“The space above overflowing”, “To stems unclasped the petals cling”) o all’espandersi di sinuose partiture che lasciano emergere il lirismo dello strumento in tutta la sua avvolgente enfasi (“Water Reads What Fingers Have Written”).
È un andare flessuoso che a tratti diviene frammentario mutuando l’andamento apparentemente accidentato delle foto di cui sono eco, ma che non abbandona mai realmente la traiettoria scelta realizzando un nuovo, splendido itinerario di disarmante bellezza.