Frammenti che raccontano una storia in lento divenire, schegge che mostrano più di quel che palesemente evidenziano. Conduce su versanti parzialmente inattesi il punto 46 della mappa eilean, rotte che vedono primeggiare il canto suadente di Hannah Zhalih Mickunas , narrazioni dal portato atmosferico che ben si incastrano tra le suggestioni raccolte dalla label francese nel corso degli anni.
Accompagnata da suoni essenziali e flebili echi risonanti, Zhalilh dischiude il suo universo immaginifico affidandosi all’incanto della sua voce vellutata con la quale nel corso degli ultimi anni, in una dimensione intima e solitaria, ha dipinto eterei bozzetti quasi sempre poco più di estemporanee schegge. Ciò che ammalia è la percepibile compiutezza che riesce ad emergere da queste brevi tracce che compongono il lavoro, affermando tutta la forza di un paesaggio emozionale soltanto suggerito ma già totalmente immaginabile.
Un viaggio affascinante tra scorci cullanti e avvolgenti in bilico tra cantautorato e sognante deriva ambientale.
[…] procede spinti dall’avvolgente fraseggio acustico di Lake Mary e la suadente vocalità aliena di Zhalih, catturati dall’emozionale essenzialità di Cyril Secq e Sylvain Chauveau e dal vibrante […]
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[…] tre anni di distanza da “inrushes” Hannah Zhalih Mickunas giunge alla sua seconda uscita discografica, pubblicata ancora una volta […]
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