Fluttuazioni evanescenti che si espandono cullanti dando forma a fragili paesaggi armonici. Un organo a pompa in una stanza vuota immersa nel freddo e i rumori dell’ambiente che ne ibridano il suono sono gli elementi che informano “A certain grief”, nuovo lavoro di Paw Grabowski sotto l’abituale denominazione øjeRum.
Diviso in nove omonimi capitoli, il coeso flusso plasmato dall’artista d’istanza a Copenhagen riflette il narcotico andamento della stagione invernale durante la quale è stato composto e l’aura nostalgica derivante dallo stare in un luogo isolato e silente. Reiterando trame melodiche in ipnotico incedere, Grabowski costruisce una narrazione emozionale che lentamente riesce , malgrado il suo carattere etereo, a scavare un profondo solco colmo di immaginifico fervore.
Ne scaturisce un’aleggiante visione dai tratti algidi e sognanti capace di generare un avvolgente rapimento sensoriale. Un delicato errare tra candidi scorci sospesi nel tempo.