L’incanto di un lago a riempire gli occhi, la sua liquida distesa che diventa specchio nel quale riflettere emozioni trattenute. Continuano a muoversi lungo un margine indefinito i fratelli Kuukka, uno spazio sensoriale dilatato ed imprevedibile, che dopo l’attesa della luce che caratterizzava l’ottimo “Permanently Midnight” si trasforma adesso nel quieto trapasso stagionale che lentamente conduce verso la rinascita primaverile.
“Make we here our camp of winter”, quarto lavoro che giunge a breve distanza dal precedente sancendo una ritrovata continuità del progetto The Gentleman Losers, definisce un meditabondo tracciato introspettivo ancora una volta generato dall’accostamento di sonorità lo-fi, risonanze sintetiche e morbide pulsazioni , qui combinate secondo strutture più libere e spontanee. Sempre pervasi da un carattere onirico che ben si adatta alla definizione degli algidi scorci scandinavi, i paesaggi sonori risultanti dal fluire delle vaporose trame elettroacustiche si fissano con un’enfasi ed un’immediatezza ancor più profonda. È un procedere sinuoso tra cadenzate risonanze nostalgiche (“Book of leaves”), ammalianti visioni permeati da una tenue ed avvolgente luminosità (“Always crashing on the same wave”), dolenti narrazioni dal tono epico (“Fish roam in winter water”) e granulose evasioni (“Kingdom of the wind”).
Un andare placido in ascolto di se stessi alla ricerca di una rinnovata consapevolezza.