Paesaggi sonori ibridi che si sviluppano seguendo coordinate cangianti definite dal diverso equilibrio raggiunto dalle componenti che lo informano. A quattro anni da “Parallax”, periodo in cui è stato attivo attraverso la pubblicazione di diversi progetti collaborativi, Massimo Discepoli torna a sviscerare in solitudine il suo percorso di ricerca che vede accostarsi e intrecciarsi trame percussive, tessiture acustiche e sonorità sintetiche.
Muovendosi con sicurezza in un territorio indefinito ed in graduale mutamento, il poliedrico musicista italiano plasma uno straniante universo risonante fatto di oniriche nebbie elettroniche che fluttuano sospinte da articolati tracciati ritmici trovando espansione attraverso il contributo di ammalianti linee melodiche. Lungo le sette traiettorie che compongono il lavoro le diverse parti in gioco si alternano in primo piano originando una successione di frangenti altamente ribollenti con la batteria protagonista, di scorci contemplativi pervasi da morbide reiterazioni armoniche e fughe inquiete dal sapore cosmico.
Costante rimane il senso di bilanciamento dal quale emerge uno incedere straniante attraverso atmosfere oblique in cui si fondono istanze caleidoscopiche. Un’immaginifica deriva sensoriale.
[…] sua produzione solista caratterizza il ritorno di Massimo Discepoli. A due anni di distanza da “The right place on the wrong map”, il batterista e polistrumentista Perugino realizza il suo disco più composito e musicalmente […]
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