
Sinuoso ed irruento come un soffio caldo che conduce attraverso mutevoli paesaggi emozionali si espande il suono vibrante degli archi, unica fonte da cui si irradia la prima personale traiettoria musicale di Laura Masotto sancendo altresì l’esordio della neonata Lady Blunt Records.
Un’esplorazione solitaria che si avvale del ponderato incastro di voci molteplici scaturenti da un’attenta opera di sovrapposizione, di stratificazione di armonie scritte ed eseguite dalla giovane musicista e rifinite in studio con tocco misurato per espanderne un portato narrativo enfaticamente elegiaco.
Senza concedere pause, gli intrecci melodici del violino disegnano un veemente turbine di avvolgenti visioni trasportando l’immaginazione tra le pieghe di meditabonde risacche, le progressioni dinamiche di danze irrequiete e gli echi di territori a volte prossimi, altre geograficamente e culturalmente distanti. Con lieve grazia si passa così dalle palpitanti tessiture di “Lucciola” alla decadente malinconia di “Lisboa”, dalle reminiscenze orientali di “Strings” e “Mahir” alla placida ed espansa coralità arricchita da risonanze ambientali della conclusiva “The forest”.
Convincente prima prova di un’artista con le idee chiare e la voglia di mettersi in gioco.