
Alla ricerca di immagini distanti nel tempo, radicate a fondo nella memoria. Ripercorre i luoghi della sua infanzia Angelo Guido, quegli angoli della sua Brindisi in cui permangono molteplici ricordi che adesso gradualmente riaffiorano tra le trame delle otto istantanee che compongono “Technicolor Dreams” generando una deriva sinestetica di visioni e umori corrispondenti.
Filtrate risonanze ambientali che ricostruiscono gli scorci catturati si combinano con evocative tessiture chitarristiche cristallizzandosi in proiezioni che trattengono una forte connotazione tattile malgrado il carattere evanescente delle armonie risultanti. È il suono degli elementi naturali e della materia a dare consistenza alla sinuosa fluidità di echi nostalgici che tendono ad espandersi seguendo libere traiettorie emozionali dipinte in modo istintivo dal musicista pugliese attraverso gli amati riverberi delle sue chitarre e degli effetti autocostruiti.
Una mappatura sensoriale avvolgente che alterna e sovrappone vaporose dilatazioni e ruvide scie in un saturo susseguirsi di caleidoscopici frammenti che si nutrono del calore effimero del nastro magnetico su cui sono impressi.