
Nella quiete dell’oscurità, in ascolto di sé. Nascono dal buio, da un isolamento sensoriale imposto i cinque bozzetti pianistici raccolti da Iván Muela in “Five Questions”, essenziali tracce di un libero navigare del pensiero che si nutre del puro sentire e della sua istintiva restituzione.
Concentrato sulla propria interiorità favorita dall’assenza di stimoli esterni, il musicista spagnolo d’istanza a Londra si abbandona a placidi flussi meditativi a cui dona concretezza attraverso una lieve e misurata danza di note tratte dallo strumento. È un andare privo di filtri e rigide strutture che accoglie il momento nella sua interezza utilizzando risonanze fortuite ed inesattezze come elementi compositivi attivi.
Ne scaturisce un breve ed intenso notturno fatto di aggraziate melodie pervase da un romanticismo malinconico che si librano tra le ombre profonde come eco di emozioni delicatamente sussurrate.