
Imbrigliati in un infinito istante, prigionieri di una dimensione complessa ed imprevedibile. È un viaggio attraverso un dirompente Iperuranio sonico quello modulato da Marco Giotto aka Von Tesla nel suo monumentale “Ganzfeld”, una deriva senza meta in un territorio indefinito ed illimitato dove lasciare vagare libero il pensiero alla ricerca di proiezioni sepolte in profondità.
Irregolari strutture in costante mutazione definiscono un universo sensoriale accidentato le cui maglie costantemente si comprimono e dilatano creando ipnotici vortici ad intensità e velocità variabili a cui è impossibile sfuggire fin dalle prime battute di “aftermath”, che senza alcuna mediazione catapulta al centro di questo perturbante campo gravitazionale.
Sequenze intricate di ribollente materia si sviluppano generando espanse incursioni in paesaggi frammentari avulsi da coordinate spazio-temporali certe, in cui oblique pulsazioni e risonanze algide si incrociano liberamente dando forma ad uno stato allucinatorio indissolubile. Che proceda a ritmo vertiginoso o con incedere più cauto, l’indomito flusso risultante mantiene inalterato il suo potere totalizzante trasportando l’immaginario fino in fondo senza concere un attimo di tregua.
Lasciate ogni speranza, o voi che entrate