
Scaturisce dal profondo emergendo lentamente, gradualmente diviene tangibile fino ad essere evidenza assoluta. È il racconto di un miracolo che si ripete , della vita che nasce e riempie gli interstizi di un’altra vita, di un amore rintracciabile solo al di là della superficie, dove si celano gli attimi preziosi. Ci offre uno spaccato della sua anima Pepo Galán attraverso il suo nuovo lavoro, un torrente emozionale interamente ispirato e dedicato alla nascita della figlia a cui il disco è dichiaratamente dedicato fin dal titolo.
È un percorso di luce che lentamente si fa spazio tra trame di ombre tremule, suoni caldi e flebili battiti che morbidamente infrangono fondali granulosi fino a divenire abbagliante risonanza da cui per due volte scaturisce un’avvolgente melodia che trasporta il delicatamente etereo canto di Sita Ostheimer a dare maggiore ampiezza ad una gamma sensoriale estesa, arricchita nel suo punto centrale dall’ingombrante contributo di Rafael Anton Irisarri.
Lungo il susseguirsi delle sei tracce il flusso si distende placido a formare dense distese di brillanti risonanze che riverberano su ruvida filigrana generando piccoli oceani di intensi sentimenti che affiorano da quell’organo incastrato in mezzo al petto e visibile con l’ausilio di quei raggi la cui alchimia accompagna la veste grafica di questo intenso viaggio sonoro.