
Un universo di ribollenti tessiture che si dipanano disegnando una crepitante traiettoria tra accidentati territori pervasi da ruvida vitalità. Si connette ancora una volta all’estro di un terzo artista il percorso di ricerca che vede solidali Giacomo Salis e Paolo Sanna, esplorazione alchemica il cui portato narrativo trova qui espansione attraverso la collaborazione con il poliedrico Emanuele Fais.
Dalla combinazione degli articolati flussi pulsanti, derivati dall’estrapolazione di battiti e stridori da oggetti trovati, e la costellazione di sfaccettate risonanze acustiche ed effettate modulazioni, trae origine un mistico torrente sonico permeato da echi ancestrali che si muove silente e vibrante sfociando solamente per brevi tratti in convulse spirali dissonanti. È un magma scabro e complesso, tutt’altro che sinuosamente fluido, capace di trarre la sua forza narrativa dalle inattese potenzialità di incastri aspri che denotano la volontà di sfuggire a rigide strutturazioni per favorire l’immaginifica essenza di una gestualità libera ed istintiva.
Nuova tappa di un viaggio verso enigmatici orizzonti sempre più estesi ed indefiniti.