a cura di sonofmarketing

Flume. Flume, pseudonimo di Harley Streten, lo avevamo notato già nel 2012. L’anno successivo è arrivato l’omonimo debutto su Future Classic e Transgressive. L’artista australiano abbraccia in pieno la filosofia del Future Sound e si appropria subito di una posizione di rilievo imponendo uno stile marcato e definito. Dalla base dubstep partono i vari fili sul quale si dirama la sua musica: il soul, le strutture hip-hop, la divagazioni r’n’b e un retrogusto pop che caratterizza tutta l’opera.
Julia Kent. Julia Kent è uno di quei personaggi, del mondo della musica, che sa mimetizzarsi e sa apparire. Da sempre ha dimostrato una completezza artistica che appartiene a pochi. Dalle esperienze con Rasputina e Antony & The Johnson a quelle soliste con gli album “Delay” (2007) e “Green and Grey“ (2011). “Character” rappresenta il terzo lavoro in studio e prosegue il percorso intrapreso con in primi due, ovvero quello di integrare gli umori del suo violoncello con suoni estrapolati e rubati al mondo naturale e artificiale.
Bonobo. “The North Borders” rappresenta il capolavoro del producer britannico Simon Green aka Bonobo. L’artista britannico conferma ancora una volta il suo valore di scultore meticoloso del suono: tutto è al posto giusto, non una sbavatura. Evocativo, raffinato ma comunque dalle ritmiche incisive.
Forêt. Forêt è un duo proveniente dal Canada e formato da Émilie Lafores (voce e arrangiamenti) e Joseph Marchand (arrangiamenti, chitarre). Nel 2013 è uscito l’omonimo album di debutto. I testi (in francese) sono della poetessa Kim Dorè che è stata invitata dalla stessa Emilie a far parte del progetto. Il suono è molto articolato e non a caso hanno contribuito alla realizzazione del disco altri musicisti quali David Altmejd, François Lafontaine, Robbie Kuster, Philippe Brault, Guido del Fabro e Pierre Girard.
Woodkid. Il talento trasversale è un grande dono e lo sa bene Woodkid, pseudonimo dell’eclettico artista francese Yoann Lemoine. Il suo nome è sopratutto legato all’ambito cinematografico (Ha collaborato con Luc Besson nella creazione del film animato Arthur e il popolo dei Minimei e con Sofia Coppola per il film Marie Antoinette) e come videomaker (Lana del Ray, Drake, Rihanna e anche tutti i video dei propri singoli). “The Golden Age” è il suo album di debutto. Una serie di perle di pop contemporaneo e contaminato, e per certi versi anche pomposo (consistenti gli inserti orchestrali) e contemporaneamente raffinato e misurato. Il resto lo fa la sua voce, tenebrosa e calda.
Daughter. Un altro debutto folgorante è stato quello dei Daughter. Il nodo centrale di “If You Leave” è far emergere quei demoni interiori che ci tormentano da una vita, di esprimere una decadenza che trovi nel racconto un modo per esorcizzarli più che drammatizzare gli stessi. La scrittura notevole, il suono meticoloso e la voce di Elena Tonra amplificano il valore dell’opera.
Teho Teardo e Blixa Bargeld. L’incontro fra due grandi artisti. “Still Smiling” è un disco elegante, dinamico, indefinibile e indefinito: proprio come i suoi due creatori.
Colin Stetson. “New History Warfare Vol. 3: To See More Light” rappresenta il terzo capitolo del ciclo “New History Warfare”. Il mixaggio è a cura di Ben Frost. Colin Stetson utilizza la sua ineccepibile tecnica per dare alle sue composizioni un’indefinita dinamicità, ridisegnando il concetto di sperimentazione che da estrema diventa totale.
Saltland. “I Thought It Was Us But It Was All Of Us” è l’album di debutto della violoncellista canadese Rebecca Foon con il moniker Saltland. Classe, armonia e destrutturazione. Tutto in un disco.
Field Rotation. Field Rotation è il moniker dietro il quale si cela Christoph Berg; violinista e pianista tedesco che ha debuttato nel 2011 con l’album “Acoustic Tales”. Nel 2013 è tornato con l’album “Fatalist: The Repetition of History”
E’ un album concettuale sulla visione fatalista della vita; la ripetizione della storia così come l’alternarsi delle stagioni che sono simbolo di un destino predeterminato nel quale la nascita e la morte rappresentano i due punti fermi.Si ritrova l’angoscia di qualcosa che conosciamo ma che continuiamo a ignorare. Una visione un po’ cupa che si riversa nell’atmosfera del disco.
Stray Theories. Stray Theories è il progetto del producer e compositore neozelandese Micah Templeton-Wolfe. Il suo secondo album si intitola “Those Who Remain”. Le tonalità e gli umori del disco che si manifestano attraverso strutture ambient che attraversano sia trame eteree che momenti più cupi e spinosi.
Tim Hecker. Tim Hecker non ha bisogno di presentazioni e “Virgins” è uno dei suoi lavori più ispirati.
Forest Swords. Concludiamo con un altro capolavoro del 2013 che non ha bisogno di essere accompagnato da molte parole. “Engravings”, il debutto di Forest Swords, è un vero e proprio viaggio sonoro pieno di spettri ed eteree “illuminazioni”.