
Un pensiero inquieto che avanza lungo una notte indissolubile, una solitudine che si nutre dell’oscurità per immergersi nel profondo della sua anima. Scrive in suono un noir breve ed intenso Ciro Vitiello, una biografia possibile di una vita giunta alla resa dei conti che ha la forma di un introspettivo vagare di risonanze ruvide e taglienti sospese su una strada senza fine.
Ossessive modulazioni analogiche evolvono secondo tracciati irregolari intrecciandosi a granulose frequenze radio, dando origine ad un fluire obliquo, pervaso da una incombente aura spettrale. È un respiro sintetico carico di tensione crescente ma mai deflagrante, un allucinato torrente in piena pronto a trascinare con sé qualsiasi cosa incontri lungo il tracciato senza la necessità di oltrepassare gli argini. Come improvvisi frammenti che rapidamente vengono inghiottiti dalla densa penombra da cui scaturiscono, le otto tracce di questa incombente deriva sonica si susseguono incalzanti fino a raggiungere l’aperto finale a cui affidare il delirio di una mente alienata.
Narrazione profondamente cinematografica e coinvolgente.