[xonar]

Sette labirinti modellati nell’arco di sette giorni per essere essenziale e diretta eco di un momento storico inatteso ed inedito. Nessuna rimodulazione, nessun apporto sintetico interferisce con l’analogica purezza delle sette strutture risonanti ideate e prodotte da Moreno Padoan in questo suo ultimo lavoro, tagliente deriva sensoriale che parzialmente rinuncia alla complessità insita nelle architetture da lui abitualmente modellate.
Innervate su scarne scansioni ritmiche dall’andamento e dall’evoluzione variabile, le differenti traiettorie di questo introversa elucubrazione sonica definiscono un territorio, coeso nelle sostanza e sfaccettato nella forma, generato dall’addensarsi di ruvide molecole e frammentarie frequenze cariche di tensione. Tra flussi essenziali ed ipnotici (“lolnlel”), oscuri vortici dall’incedere convulso (“ltlhlrlelel”) e graffianti distese pervase stille granulose in perpetuo movimento (“lflolulrl”), quel che si rivela è un universo claustrofobico che anela ad una luce che flebilmente e a brevi tratti fa breccia tra le persistenti, dense ombre solamente nell’atmosferica traccia di chiusura (“lslelvlelnl”).
Un’impattante e solitaria navigazione notturna in una fredda realtà pandemica.