
Il vitale equilibrio instabile di decostruite trame soniche scaturenti dall’interpolazione tra uomo e macchina. È l’opera prima di un duo che cela un trio “Play with Me”, lavoro breve condiviso da Fabio Ricci (più dTHEd che Vonneumann qui) e Gianluca Favaron, a cui si aggiunge l’inafferrabile contributo della mutevole entità sintetica denominata Verena Becker la cui immagine, una tra le tante possibili, campeggia con fare enigmatico in copertina.
Dal fitto scambio di materiale intercorso tra i due musicisti ciò che prende forma è una vorticosa sequenza di cinque tracce capace di definire un caleidoscopico territorio sonico scisso da stringenti strutturazioni, in cui irregolari traiettorie ritmiche e vorticose modulazioni elettroniche costruiscono utopiche architetture governate da un controllato caos.
È un incedere accidentato introdotto dal singhiozzante sviluppo di “Training Humans” a cui succede il serrato flusso di basse frequenze di “Jennifer in Paradise”, un propagarsi di destrutturate trame lessicali che inglobano intellegibili frammenti vocali di Verena fino a giungere alla terminale eco hasselliana di “Crash Tesla Dummies”, che (momentaneamente?) chiude l’accesso a questo accattivante universo altro.