
Un istante senza fine, apparentemente cristallizzato e immobile, eppure in impercettibile e costante mutazione. Non un semplice flusso risonante, ma un definito itinerario multidisciplinare è alla base del terzo lavoro solista di Marco Marzuoli, una riflessione sulla percezione dello scorrere del tempo e sul rapporto uomo/arte cristallizzata nella redazione di una installazione che combina suono e fotografia, affiancate per tramutarsi in un univoco torrente audiovisivo.
La componente aurale di questo duplice percorso sensoriale trova inoltre piena autonomia sotto forma di pubblicazione digitale che inaugura il personale, omonimo archivio di inedite esplorazioni soniche curate dallo stesso sound artist abruzzese.
Ancora una volta, come già avvenuto nei due precedenti album, ci troviamo di fronte ad una estesa e sinuosa sinfonia dronica che si sviluppa gradualmente, priva di alcuna soluzione di continuità. Congelate frequenze acustiche estratte da vari strumenti e filtrate fino a divenire astratta materia configurano un saturo respiro modulato per strutturare un tracciato persistente, scandito da minute variazioni che rendono avvertibile un’impermanenza altrimenti celata. Ne scaturisce un paesaggio ipnotico e contemplativo che mette in profonda connessione l’opera e il suo fruitore, entrambi sospesi in un immersivo frangente che piega le coordinate spazio-temporali.