
Esplorare la materia, carpirne e tramutarne le risonanze intrecciandole a frammenti concreti sottoposti ad un chirurgico processo di rimodulazione. È una ricerca affine, condotta con metodologie similari ma con strumenti differenti, quella che accomuna l’attività artistica di Marco Ferrazza e Giacomo Salis, qui per la prima volta insieme a definire un comune flusso narrativo che coniuga manipolazione sintetica e acustica.
È con attitudine cangiante, in bilico tra armoniosa assonanza e stridente contrasto, che l’incastro tra le visioni dei musicisti coinvolti si formalizza, fertile connubio tra il lessico elettronico estrapolato da dati reali di Ferrazza e la vibrante fisicità dell’esteso percussionismo di Salis. Entrambi inclini all’improvvisazione radicale, i due sperimentatori propongono un tripartito itinerario nutrito da elementi scarni e profondamente materici, capaci di costruire un immaginario intricato e coinvolgente, al tempo stesso tattile ed astratto.
Dal mutevole intreccio di riverberi, stille distorte, frammenti rumorosi, stridii e battiti emerge una drammaturgia intensa, un evocativo canovaccio in cui insinuarsi alla ricerca di un personale viaggio fatto di aggettivi e colori da associare liberamente al suono.
[…] condiviso con Paolo Sanna e per una nutrita serie di collaborazioni tra cui ricordiamo il recente “S/.” insieme a Marco […]
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