
Un’espansa distesa di diafani vapori in indissolubile sospensione. A cinque anni di distanza dalla prima collaborazione, tornano ad incrociarsi gli itinerari sonori di Cristiano Deison e Maurizio Bianchi confluendo in uno sterminato oceano di abbagliante, voluttuosa luce, ideale ribaltamento di quel primo condiviso capitolo intriso di atmosfere oscure ed incombenti.
Costruito a partire da vecchie registrazioni inviate da Bianchi, sezionate e manipolate da Deison fino ad assumere la forma di quattro lunghi tracciati atmosferici, “White Landscape” configura un amniotico ambiente sonico dominato da un senso di algida contemplazione, vivida formalizzazione di un rarefatto paesaggio invernale permeato da morbida brillantezza. Sature volute sintetiche si muovono sinuose disegnando nebbiosi flussi tendenti verso orizzonti di avvolgente quiete.
A tratti, lungo questo etereo percorso, si attraversano frangenti parzialmente umbratili, percorsi da sottile e ruvida polvere che emerge in filigrana senza tuttavia intaccare il tono generale di un viaggio proiettato verso la radiosa profondità di un oblio luminescente.