
Delicate istantanee che scorrono lievi disegnando morbidi paesaggi emozionali sospesi nel tempo. È una raccolta di impressionistici frammenti disegnati quasi interamente con la pedal steel il quarto lavoro solista di Gabriele Bombardini, un’intimistica sequenza di elegie sonore che condensano sentimenti e sensazioni in brevi ed intensi frangenti.
Affidandosi alle suggestioni che lo strumento a corde scelto riesce a produrre, fonte principale solo in brevi frangenti ibridata da flebili striature sintetiche o interamente sostituita, il musicista ravennate costruisce una placida sequenza di vaporose trame in libero sviluppo, che nel loro insieme definiscono un universo sonoro sinuosamente onirico. Tremolanti sentori di un distante occidente americano e compassate escursioni bucoliche si alternano definendo un itinerario dall’atmosfera coesa, all’interno della quale non mancano attimi inclini ad un’introspezione più umbratile e malinconica.
Fluiscono gentili le tessiture distillate da Bombardini, avvolgenti nuvole di suono capaci di cristallizzare fugacemente scampoli di contemplativa quiete a cui docilmente abbandonarsi.