
Un’alchemica esplorazione delle risonanze di un luogo, alla ricerca di indefinite connessioni a cui dare forma attraverso un processo creativo in bilico tra alea e composizione. È pervaso da un’aura mistica ed ancestrale l’esordio solista di Devid Ciampalini, affascinante itinerario sonoro costruito a partire da field recordings catturati nel paesaggio rurale della sua Garfagnana, tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano.
Utilizzando le registrazioni ambientali quale materiale grezzo da destrutturare e ricomporre per creare improvvisati ed in parte accidentali flussi su nastro e ibridando il tutto con stille e frequenze generate da un armamentario vario ma limitato di apparecchiature analogiche, il musicista toscano sviluppa un percorso sensoriale vivido e ribollente dalla consistenza cangiante. Di quella fonte che dà il titolo al lavoro (intesa come punto da cui sgorga irrequieta l’acqua dei torrenti, ma anche quale origine di stralci della memoria) emergono, riconoscibili lungo i tracciati, semplici frammenti incastrati tra modulazioni irregolari di un viaggio cosmico che incrocia e fonde matericità ed astrazione.
Quella che così si delinea è una serenata per un satellite concreto, privo di traiettoria, capace di condurre alla scoperta di misteriose congiunzioni estrapolate da un microcosmo invisibile eppure profondamente vitale.