[Ultimae]

Il nono capitolo della parabola elettronica disegnata da Vincent Villuis sotto lo pseudonimo AES Dana vede il produttore francese proseguire lungo la rotta di un itinerario sempre più atmosferico e meno definito da pulsazioni marcate. Le dieci tracce di questo nuovo lavoro risultano infatti imperniate sulla costruzione di nebbiosi paesaggi sintetici dallo sviluppo fluido permeate da malinconica introspezione.
La costruzione ed il controllo del suono evidenziano una cura notevole attraverso cui frequenze rarefatte e nuclei melodici accattivanti si fondono in atmosfere intensamente avvolgenti. Le composizioni di Villuis, ispirate da un senso di smarrimento e perdita predominanti nell’attuale momento storico, virano verso un ambient isolazionista fatto di distese sature intersecate da brevi fremiti – a tratti quasi deflagranti – e segnato da scarni battiti a cui è affidata la modulazione delle tracce. L’orizzonte risultante è oscuramente contemplativo, una lenta discesa verso un territorio artificiale, privo di calore umano, in balia di un lento scorrere del tempo che ha definitivamente perso significato. Un’immersione totalizzante.