
Un ambiente immersivo in cui tempo e spazio si fondono nella memoria di chi lo attraversa, un luogo al tempo stesso reale ed effimero determinato dalla giustapposizione di stanze sonore attigue e influenzato in tempo reale dalle interazioni possibili. Condensato inizialmente in un’audio-installazione multicanale presentata in anteprima nel 2015 al New York Electronic Art Festival, il progetto di Andrea Parkins trova cristallizzazione in un’uscita discografica mirata a catturarne le dinamiche per riproporle in una dimensione di puro ascolto.
Dalla stratificazione apparentemente casuale di risonanze estratte attraverso processi di produzione e manipolazione diversificati scaturisce un substrato aurale in costante mutamento, incentrato su una ricerca timbrica che trascende formulazioni armoniche e strutture ritmiche. Le particelle distillate danno origine ad un universo sensoriale estremamente vitale nel quale ci si trova proiettati senza mediazioni, da subito avvolti in sinuose spirali di suono. L’effetto è profondamente ipnotico ed produce un’esperienza totalizzante – seppur parziale, privata com’è della sua componente visuale – attraverso un paesaggio immaginifico potenzialmente infinito.