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Archiviato il primo capitolo a firma LHAM – progetto condiviso con Bruno De Angelis – Giuseppe Verticchio torna a produrre un nuovo lavoro solista sotto lo storico pseudonimo Nimh. Le coordinate di questo nuovo tassello sono ancora indirizzate verso un equilibrato incastro di elettronica dalle tinte fosche e tessiture etniche dai chiari sentori orientali, combinazione che sfocia in itinerari evocativi dalla marcata vocazione cinematografica.
La parte iniziale del lavoro è innestata sulla preminenza dei richiami alla tradizione segnando in “Following the Circle” parziali assonanze con le trame world/jazz più atmosferiche di Rabih Abou-Khalil, mentre l’accattivante “Mojo’s Prophecy” rimanda alla ritualità etno-esoterica dei Dead Can Dance. Tutto si compenetra in modo indissolubile con la componente sintetica presente come substrato dark-ambient, percorso da scie vocali e risonanze ambientali, portatore di oscuro mistero. Tale elemento sale gradualmente in cattedra divenendo il perno attorno a cui si strutturano le tracce successive – soprattutto in “Tharon Trail” e “Grey Zone” – che lasciano spazio anche alla riconoscibilità della chitarra elettrica aggiungendo ulteriore stratificazione. L’apice di questo intreccio si raggiunge nella conclusiva title-track in cui il paesaggio diventa estremamente diluito e sfaccettato muovendosi da inquietudini elettroacustiche a derive solenni prima di scivolare in un silente altrove. Prepotentemente immaginifico.