
Una sinfonia immersiva tripartita in bilico tra risonanze post-industriali e retaggi hauntologici segna la nuova pubblicazione di Simon Balestrazzi per St.An.Da., costola della Silentes di Stefano Gentile per cui nel 2020 era uscito “Cautionary Tales”. Con quest’ultimo – ed ancor più con “Ghost Systems” (Azoth, 2016) – il nuovo lavoro condivide inoltre la scelta grafica incentrata sulla fascinazione per la minuteria metallica residuale, per gli attrezzi abbandonati allo scorrere del tempo, dichiarando visivamente una linea di continuità che lega i vari tasselli di una pratica sonora coerente quanto dagli esiti in costante evoluzione.
Per plasmare i tre movimenti di “Atti Innaturali” Balestrazzi si affida ad una strumentazione ridotta (tsymbaly preparato, EMS VCS3, piatti UFIP Ogororo) e soprattutto alla sua consolidata esperienza per estrarre da essi tutto il materiale necessario. Le manipolazioni attuate sulle corde, l’interazione con le modulazione del sintetizzatore e la scansione percussiva essenziale sono veicolate alla costruzione di un flusso denso, inizialmente privo di qualunque cesura netta, che proietta gradualmente in un immaginario cupo di ronzii e freddi riverberi luminescenti. I singoli suoni emergono dal silenzio e accostandosi e sovrapponendosi secondo dinamiche cangianti dettate dal differente modo di diluirsi nell’ambiente o da un decadimento improvviso. Ciò porta alla creazione di un insieme profondamente vitale, una drammaturgia penetrante fatta di frequenze materiche e presenze spettrali fuse su un piano narrativo inquieto e inquietante.