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Una dimora accogliente, una serena e dolce intimità d’affetti espressa attraverso la musica.
Si potrebbe sintetizzare così l’essenza di questo breve quanto delicato paesaggio sonoro in due parti cesellato da Francesco Covarino con il contributo inconsapevole della sua bambina, restituzione essenziale di una complicità connaturata tradotta in fugace traiettoria intrisa di cristallina bellezza.
Una chitarra elettrica pizzicata con incedere incerto e le risonanze rilucenti di vari strumenti giocattolo sono gli unici elementi necessari per dare vita a questa istantanea emozionale impreziosita da tattili riverberi ambientali e soprattutto dal vociare allegro di una figlia intenta al gioco e alla ricerca del contatto paterno.
È un sussurro che scivola via con leggerezza, un ambiente aurale apparentemente fatto di nulla ma capace di far vibrare ogni corda dell’anima di chi non può rimanere indifferente ad una profonda espressione d’amore. Toccante.