
Una fine da cui scaturisce un nuovo inizio. Affrontando la perdita del padre, Jim Lawler si ritrova a riflettere insieme al solidale Ben Rawlins sullo scorrere dell’esistenza e da tale confronto scaturisce prepotente l’esigenza di trovare nuova linfa che possa rivitalizzare il loro condiviso progetto Saso. Il sesto disco del duo irlandese segna così un deciso cambio di rotta che si nutre del fecondo contributo del compositore Kevin Corcoran con cui avevano già avuto modo di collaborare nel precedente “Mysterium”.
Affidandosi ad un flusso strumentale fatto di malinconiche armonie in languida espansione, i tre musicisti definiscono un meditativo tracciato emozionale scandito dalle enfatiche movenze degli archi che accompagnano essenziali melodie pianistiche e sinuose movenze ibridate da innesti sintetici. Il suono scorre lieve, quasi senza peso eppure saturo di una flebile ed indissolubile gravità che rispecchia la tensione da cui il lavoro scaturisce.
Una ripartenza colma di prepotente lirismo.