Esistono artisti per i quali la musica è sinonimo di sperimentazione continua, di esplorazione costante alla ricerca di nuove soluzioni e di nuovi linguaggi. Certamente possiamo annoverare tra questi Paolo Sanna, percussionista sardo di formazione jazzistica che segna una nuova tappa del suo personale percorso di ricerca attraverso i due capitoli che compongono “two improvisations for snare drum”, pubblicato da BUNCH records.
Le due improvvisazioni hanno in comune come elemento centrale il rullante, che in entrambi i casi risulta quasi impossibile riconoscere per come Sanna riesce a utilizzarlo ampliandone lo spettro sonoro. In “snare drum and metal scraper” l’azione dei rastrelli metallici nella sua perentorietà e nella sovrapposizione tra i suoni dello strumento e quello dei mezzi utilizzati crea un riverbero ossessivo e squillante che rimanda all’incedere ipnotico dei ritmi ancestrali e a certe sonorità rurali della tradizione. Decisamente di struttura più complessa e dall’andamento più vario è “snare drum and rubber sticks”, che con i suoi ventisei minuti occupa gran parte del disco. Ai rastrelli si sostituiscono i battenti in gomma che colpendo e sfregando costruiscono una narrazione dinamica e cangiante in cui si alternano pause a momenti incalzanti, in un susseguirsi di azioni capaci di disegnare una storia tutta da immaginare.
Un lavoro che necessita di un ascolto attento e privo di preconcetti , capace di regalare suggestioni inattese a chi saprà dargli il giusto spazio.