Chantal Michelle   “66 Rue L”

[Warm Winters Ltd.]

Un senso di latente inquietudine si irradia costante dai suoni plasmati da Chantal Michelle, un’aura fantasmatica che ha a che fare con l’onirico, con la percezione al tempo stesso vivida e attutita dell’ambiente circostante. Tale dimensione rimane centrale in 66 Rue L, sinfonia tripartita per pianoforte, sassofono, field recordings e tamburo messa a punto con la collaborazione di Germán Bringas, musicista/compositore messicano afferente all’ambito dell’improvvisazione jazzistica e d’avanguardia.

Il primo capitolo dell’opera è poco più di una breve intro, che con le sue rade stille pianistiche e gli svolazzi fumosi del sax invita ad immergersi in un notturno misterioso pervaso da sonorità post industriali e trame armoniche che si muovono incessantemente su layer differenti. Sono i fraseggi cesellati sulla tastiera dello strumento della Michelle a segnare il passo, sia quando rimangono intrappolati, soffocati sullo sfondo delle modulazioni ambientali, che quando emergono prepotenti in primo piano a squarciare le ombre asfissianti della materia ambient- concrete con la loro prepotenza cristallina.

I fiati di Bringas compaiono a tratti ad aggiungere sfumature preziose ad un insieme rarefatto in bilico tra neoclassicismo e postmoderno, territorio ibrido fortemente ipnagogico che lentamente si spoglia di droni e suoni trovati per ritrovare uno spazio musicale puro proiettato verso un mare sconfinato di toccante malinconia. Incantevole.

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