[ST.AN.DA]

L’oscura percezione dell’effimera ed incostante bellezza del mondo. Ad un decennio di distanza dalla prima volta tornano ad incrociarsi le rotte risonanti di Deison e KK Null, originando un frenetico microcosmo di convulse spirali generate dalla nervosa fusione di inquietudini occidentali e concettuali approcci che permeano la cultura del sol levante.
Ribollenti schegge sintetiche si muovono libere disegnando accidentate traiettorie dall’evoluzione caotica, gradualmente strutturate attraverso lo stridente incastro con ruvide sequenze ritmiche che interpolano i frammenti taglienti fino alla tormentata densità che segna il momento centrale del lavoro. Da qui in poi l’atmosfera diventa ancor più algida ed inquieta sprigionandosi da incursioni sempre più sotterranee e dilatate che si riversano in una terminale notturna contemplazione di un cielo in definitivo disfacimento.
Un’incursione profonda tra dispotiche visioni costellate da graffianti riverberi e cadenze ancestrali.