ranter’s groove “haiku”

[kaczynski editions]

Fugaci incursioni attraverso miniature risonanti in cui suono e ritmo si fonde e confonde per giungere ad un punto di equilibrio precario eppure efficace. Ispirati ai componimenti nipponici dal cui nome trae il titolo, il nuovo lavoro dei ranter’s groove disegna un ambiguo tragitto scandito dallo scorrere di essenziali paesaggi che dagli haiku mutuano brevità e senso di imperfetta compiutezza.

Incastrando in scarni flussi estratti ambientali, riverberi crepitanti e frammentarie linee percussive che procedono irregolari, il duo costruisce un microcosmo allucinato ed indefinito che non rispecchia il senso di quiete insito nei versi e nella cultura da cui trae origine e riflettendo piuttosto l’inquietudine e il convulso divenire senza soluzione di continuità di un mondo al limite della distopia.

Sono concisi intrecci che ipnotizzano ed ingabbiano creando un senso di sfasamento costante, un viaggio non lineare fatto di piccoli balzi disorientanti. Obliquità ammaliante.

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