Marco Paltrinieri “The Weaver”

[Canti Magnetici]

Riflessi da un universo obliquo sempre più in bilico tra reale e virtuale. Guidato dal costante interesse verso gli effetti destabilizzanti che la sempre più invasiva tecnologia ha sul vivere contemporaneo, Marco Paltrinieri plasma nel suo disco di debutto solista uno straniante viaggio attraverso destrutturati scenari colmi di strisciante inquietudine.

Incrociando spettrali risonanze ambientali, suoni trovati e frammenti armonici, il poliedrico artista lombardo membro del collettivo Discipula, disegna una destabilizzante sequenza di scarni ambienti elettroacustici su cui scorre la narrazione quieta, evocativa eppure quasi asettica, delle parole da lui scritte e affidate alla voce di Lucie Page. Da tale stratificazione di elementi eterogenei scaturisce un incedere accidentato, non lineare in cui riverberi concreti ed estratti di registrazioni dal tono rassicurante si muovono in un fondale silente rendendo il vuoto componente attiva della drammaturgia definita dal fluire incoerente dei sei movimenti cesellati.  

Con l’intento di restituire l’indeterminatezza di un presente privo di appigli, sempre più surreale e nutrito dalla smarrente compenetrazione di astratto e tangibile, il suono si muove trasversale ed incostante dando forma alla vorticosa compresenza di sensazioni sfaccettate e contrastanti che si incontrano lungo il labile confine tra irrequieta interiorità e complesso ambiente in cui ci si ritrova immersi.

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